L‘attacco di Prandelli: Ora basta parlare di calcio

L’attacco

Comincia ad affiorare una certa assuefazione al ritornello calcistico delle ultime due settimane: quando si torna a giocare a calcio? E porte aperte o chiuse? In estate o salta tutto? Alla lista degli assuefatti, per il momento molto esigua, nelle ultime ore si è aggiunto l’ex Cesare Prandelli, il quale in un’intervista al Giornale di Brescia ha detto la sua sull’emergenza coronavirus: “Ho perso tanti amici in questi giorni, gente che ha fatto parte della mia vita in modo importante. Il calcio deve passare in secondo piano. In questo momento non si può e non si deve parlare di partite o quant‘altro. Questa è l‘ora degli investimenti sulla ricerca, sugli ospedali, sulle scuole, sulla natura”.
Ancora più pesanti le parole del Boccia, storico capo ultras dell’Atalanta, che in una lettera inviata al presidente nerazzurro Percassi ha chiesto di non tornare a giocare: “Mi viene spontaneo, caro presidente Percassi, pensare che sia possibile che per l’Atalanta il campionato finisca qua. Magari non sarà fattibile, ma voglio pensare che la nostra Atalanta sia un esempio per tutti in questa guerra, indipendentemente da cosa decideranno i vertici del calcio. Basti pensare a quanti tifosi atalantini si è portato via questo maledetto virus. Non pensiamo che tornare all’Atalanta equivalga al ritorno alla normalità. Vorrebbe dire non rispettare chi non siamo riusciti a piangere e chi per Bergamo ha dato la vita. Per ritornare all’Atalanta c’è sempre tempo e un giorno vinceremo lo scudetto, ma ora esultare per un gol di Gomez non ha più senso”.