Si gioca ma basta ipocrisie

La serie A torna in campo per evitare un disastro economico di proporzioni gigantesche, considerando che è ricoperta di debiti (2,5 miliardi). E’ l’unica ragione della ripresa, del ritorno in campo. Il resto non conta, perché se la serie A riuscirà ad arrivare in fondo sarà un campionato falsato, senza tifosi e dopo 3 mesi di stop, con ritmi blandi e infortuni a raffica (vedi la Bundesliga).

Che sia chiaro, un’industria come il calcio è giusto che provi a ripartire, per difendere i propri interessi (debiti), i tanti posti di lavoro e salvare il salvabile. Ma ora basta ipocrisia, anche perché il virus del Covid-19 è ancora in circolazione, produce vittime e milioni di italiani non avranno la fortuna di fare test e tamponi ogni 4 giorni, come i calciatori.
Gravina e i presidenti la smettano di ripetere in coro che “la ripartenza del calcio è un messaggio di speranza per tutto il Paese”. Perché queste parole sono un insulto a tutta quella gente che ha avuto a che fare con il virus e con la morte. Quindi, basta ipocrisie e finti moralismi. Giocate a bocche chiuse e salvate il salvabile. E intanto pensate a riformare il calcio perché così, tra debiti, plusvalenze fittizie e guerre interne, non si può andare avanti per molto tempo.

 

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