Giocatori di serie A e cittadini di serie B le differenze al tempo del coronavirus

Giocatori

Cittadini di serie A e cittadini di serie B (e C). Il trattamento sanitario italiano è differente, secondo i casi, secondo lo stipendio e la fama. C’è chi i tamponi li fa a casa, come ricevere un pacco di Amazon, e chi invece deve aspettare settimane e non ricevere neanche una risposta. O chi addirittura il tampone non lo ha mai fatto, come migliaia di medici e infermieri impegnati in prima linea negli ospedali di Parma e in tutta Italia. Il resto delle considerazioni le lascio a voi lettori, qui mi limito a riportare due storie.

CASO 1 – Michela Persico (29 anni), fidanzata di Rugani, il primo giocatore di serie A positivo al coronavirus, ha rilasciato una lunga intervista ai colleghi di TPI (leggi qui) in cui racconta la sua vicenda, come ha contratto il virus e come lo ha gestito. Anche lei è risultata positiva al Covid-19. E’ in isolamento nella propria abitazione a Torino, mentre Rugani si trova alla Continassa, sempre in isolamento.
“Daniele ha fatto il tampone domenica 8 marzo e il risultato è arrivato il 9 – ha raccontato la Persico -. Io l‘ho fatto il 16, una settimana fa. A quel punto, quando ho saputo di Daniele, che non vedo da lunedì 9, anche io non mi sentivo granché bene. Così hanno fatto il tampone anche a me. Sono venuti a farmelo a casa, il personale sanitario pubblico a cui si appoggia la società. Non mi hanno dato farmaci, se mi sale la febbre devo prendere la tachipirina. Ora attendiamo i prossimi tamponi: se saranno negativi, almeno altri due dobbiamo farne, io e Daniele potremo tornare a stare nella stessa casa”.

CASO 2 – M.N. è un ragazzo di 20 anni della provincia di Parma. Nei giorni scorsi ha avuto la febbre a 40 ma per fare un tampone presso un’ospedale della provincia di Reggio Emilia ha impiegato più di una settimana. Ad oggi, cioè 14 giorni dopo il tampone, non ha ancora ricevuto i risultati; in compenso, dopo essersi sottoposto ai raggi x, ha scoperto di avere un inizio di polmonite. Insomma, tutti i sintomi fanno pensare al Covid-19. Il ragazzo è in quarantena a casa, i famigliari pure, ma a differenza della moglie di Rugani non sono stati sottoposti ad alcun tampone (malgrado le insistenti richieste), né presso la propria abitazione né presso una struttura ospedaliera.