Il calcio si interroga: 50 partite all‘anno con meno di 4 giorni di recupero

Finalmente l’argomento diventa di stretta attualità. D’altronde la lunga lista di infortuni delle squadre di serie A e B (tra cui il Parma) impongono una revisione dei calendario e una diminuzione delle partite stagionali.

“I top player (e non solo) giocano più di 70 partite all’anno, di cui 50 con meno di quattro giorni di recupero. È fuori dubbio che non si possa continuare così” ha dichiarato il presidente dell’Aic, Umberto Calcagno a Radio Punto Nuovo. Per rendersene conto basta seguire l’ultima settimana del Parma con tre partite una dietro l’altra, tra infortuni, cambio di allenatore e risultati che non arrivano (non per colpa del calendario).

“Tutti siamo consci del fatto che il valore aggiunto a livello economico possono darlo solo alcuni tipi di competizioni – prosegue Calcagno, parlando a Radio Punto Nuovo -. Ma non dobbiamo rincorrere i grandi eventi e, soprattutto, bisogna distribuire le risorse in maniera più equa, per evitare eccessive concentrazioni di ricchezza. Va tenuto in debito conto il merito sportivo, salvaguardando le competizioni nazionali”.
“Noi ci muoveremo per trovare le giuste soluzioni: ad inizio campionato scorso abbiamo chiesto, ad esempio, che venissero allungate le rose di Serie A, aggiungendo tre unità in più, come fatto dalla Uefa per l’Europeo – afferma ancora il n.1 dell’Aic -. Purtroppo c’è stata chiusura da parte della Lega. Il nuovo presidente della Fifpro avrà presto incontri sull’argomento, verranno istituiti dei tavoli di lavoro per discuterne. C’è finalmente la percezione di ciò che sta accadendo – ha concluso Calcagno -: sono convinto che le partite diminuiranno, purtroppo non nel brevissimo periodo, visti gli impegni contrattuali in essere legati ai diritti tv delle competizioni”.