COMMENTO: Parma con le unghie e con i denti

COMMENTO:

Pesantissima. Una vittoria strappata con i denti e le unghie. Con la forza mentale tipica di chi ci crede sempre e comunque. Vedi Kucka (non ha esultato dopo il gol alla sua ex squadra).
Tre punti che interrompono la “maledizione” del Tardini (4 sconfitte nelle ultime 4) ma non chiudono definitivamente la pratica salvezza (domani Bologna-Cagliari), anche se suonano come un giro di chiave alla cassaforte. Il Genoa dell’ex Prandelli recrimina e si prende a martellate, perché pur correndo pochi rischi e giocando un calcio discreto, in avanti ha confermato tutte le difficoltà dell’ultimo periodo, cioè una preoccupante sterilità (0 gol nelle ultime 3 gare).
Il Parma ha vinto alla sua maniera: grande fase difensiva (Bruno Alves e Dimarco i migliori), centrocampo da battaglia e in avanti il gigante Inglese, uno capace di ripulire e proteggere qualunque pallone. D’aversa sbotta ogni qual volta sente parlare di calcio spettacolo (“In Italia solo il Napoli pratica un gran calcio”) e preferisce rivendicare i successi e la posizione in classifica. Come dargli torto. Eppure i mugugni che si annidano tra le tribune nobili hanno un fondamento, perché oggi si è vinto con un solo tiro nello specchio della porta. Non è un Parma champagne e macarons, tutt’al più lambrusco e salame. Genuino e saporito. E con una classifica dolcissima. Certo, l’estetica vuole la sua parte, ma al primo anno di serie A non si possono avere pretese così alte.

 

(Nella foto l’esultanza dei giocatori del Parma sotto la Curva Nord)