Il campo e l‘arbitro: le uniche attenuanti post Lecco

La sconfitta di Lecco, la seconda in 15 partite stagionali, è stata la peggior prestazione del Parma in questa stagione, sebbene nel secondo tempo, in inferiorità numerica e sotto di due gol, la squadra non abbia mai mollato, creando il doppio delle occasioni da rete dell‘avversario. 

Il rendimento degli ultimi 30 minuti del primo tempo, però, sono cerchiati di rosso: un atteggiamento ingiustificabile per una capolista che forse è caduta in un peccato di gioventù, di presunzione nello specifico, pensando che i tre punti fossero già in cassaforte contro un avversario in forma sì, ma nettamente inferiore dal punto di tecnico e con un divario in classifica di ben 20 punti. Pecchia ha materiale a sufficienza per correggere gli errori e strigliare i suoi. 

Due le attenuanti della debacle lombarda come si è discusso ieri nel corso della puntata di Parmatalk (rivedi qui): le condizioni precarie – per usare un eufemismo – del terreno di gioco, in erba sintetica, ma palesemente usurato, come testimonia la foto che riportiamo in basso. Su un campo così le squadre tecniche (come il Parma) sono notoriamente penalizzate. Il secondo punto è l‘arbitraggio del signor Pairetto, in parte condizionato dal presunto infortunio muscolare che lo ha costretto a interrompere la partita per circa 5 minuti, in parte dovuto ad alcune decisioni controverse e che probabilmente meritavano un altro epilogo. Tre esempi su tutti: il fallo da rigore di Lemmens su Bonny da ultimo uomo (ammonito e non espulso), il secondo giallo a Hernani (eccessivo) e il rigore prima concesso e poi negato a Camara (molto dubbio). 

Niente alibi, certo, ma queste due attenuanti hanno indirizzato una partita interpretata male dal Parma e vinta con merito dal Lecco che dopo il Palermo (e il Pisa) fa fuori un‘altra grande del campionato.

manto

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